venerdì 14 maggio 2021

Design Thinking



"Design Thinking" è il titolo del sesto corso che ho seguito sulla piattaforma LTO mantova per accumulare le ore di alternanza vista la situazione di emergenza sanitaria.Questo corso, tenuto da Federico Dellanoce (consulente e designer), ha spiegato cos'è il design Thinking ossia un processo non lineare e continuo nelle sue fasi che i team utilizzano per comprendere i suoi clienti. L'obiettivo è riuscire ad offrire un prodotto o un servizio che possa essere un prototipo adatto a risolvere un problema rilevato.

Si definisce processo non lineare perché permette di saltare dei passaggi oppure di tornare indietro se si è saltato un passaggio.

Empathy, Define, Ideate, Prototype e Test sono i passaggi che caratterizzano il Design Thinking.

Empathy è il passaggio che ha più contrasti.
Bisogna creare un rapporto quasi amichevole con le persone, in modo tale che sarà molto semplice capire i desideri e quali sono i problemi. Per riuscire in questo è necessario coinvolgerli attraverso delle domande preparate precedentemente, osservare gli utenti nei loro comportamenti o nel contesto dell'indagine cercando di coinvolgere tutti gli aspetti che una persona può avere. Guardare e ascoltare è la parte che richiede maggior attenzione, dato che è necessario rendere il nostro soggetto attivo e far in modo che interagisca con il mondo che lo circonda.

Durante l'intervista è fondamentale avvicinarsi alla persona con cui si interagisce usando anche lo stesso modo di parlare. Dopo di che si condurrà l'intervista tramite le 5W, registrando o fotografando, se è possibile, affinché esca un'intervista efficace. In questo punto anche i silenzi non bisogna lasciarli al caso perché è in quei momenti che l'interlocutore riesce a pensare. Bisogna anche essere attenti al linguaggio del corpo perché, per esempio, se capita che la persona indietreggia è necessario trovare una soluzione perché quest'ultima ha perso interesse.

Define è un'altra fase che consiste a dare un senso alle informazioni raccolte durante l'intervista. Qui l'obiettivo è quello di trovare una risposta al problema basato sulle intuizioni ed esigenze emerse durante l'intervista.
Questa fase è fondamentale per la progettazione perché si traduce dal nostro punto di vista spiegando il problema. Così sarà facile trovare più soluzioni attraverso gli Insight, cioè delle scoperte e potenti intuizioni che stanno al centro del processo per la creazione di soluzioni. Questi devono rispettare dei quesiti: autenticità, non devono essere banali, rivelatrici, devono informare, motivare e devono essere chiari e facilmente condivisibili.

Ideate, è il terzo step, in cui è possibile passare dall'identificazione dei problemi alla creazione di possibili soluzioni, possibili perché la soluzione migliore si capirà più avanti, attraverso dei feedback e test raccolti dagli utenti.

Il corso suggerisce alcuni metodi per creare idee, come per esempio crazy 8s, dove serve solamente un foglio e una matita. Raggiunto un insieme di idee, bisogna far coincidere un insieme di soluzioni che potranno essere testate.

Prototype e Test, sono gli ultimi step del business model.
Durante le prime fasi del progetto i prototipi vengono realizzati velocemente e con materiali economici, ma comunque servono per creare dei feedback da parte degli interlocutori. Quindi, durante la fase di prototype, vengono raffinati, avvicinandosi alla soluzione definitiva, invece, attraverso i test è possibile sapere cosa ne pensano gli interlocutori dei prototipi definitivi creati.

mercoledì 12 maggio 2021

PUBLIC SPEAKING

"Public Speaking" è il titolo del quinto corso che ho seguito sulla piattaforma LTO mantova per accumulare le ore di alternanza vista la situazione di emergenza sanitaria. 

Questo corso, tenuto da Carmelo Cancemi (attore e formatore), ha come scopo quello di imparare a parlare correttamente e con scioltezza davanti ad un pubblico.

In questo corso viene introdotto il "public speaking" che utilizza varie tecniche di comunicazione efficaci in modo tale da riuscire a parlare davanti ad un pubblico in modo fluido e corretto. Durante la lezione vengono forniti vari consigli su come migliorare la nostra capacità comunicativa.

La comunicazione efficace si basa su tre livelli: comunicazione verbale, comunicazione paraverbale, comunicazione non verbale.

La comunicazione verbale riguarda l'uso e la scelta delle parole. La scelta di esse può variare a seconda del target (pubblico) a cui ci stiamo riferendo, che può variare con l'età, l'istruzione ecc. Per esempio, se parliamo di lavoro con un collega utilizzeremo delle parole, invece, parlando dello stesso argomento con un amico ne useremo delle altre. Quindi bisogna sempre utilizzare una comunicazione con termini personalizzati rispetto al pubblico che abbiamo davanti, facendo in modo che chi ascolta recepisca a pieno il messaggio. Durante una comunicazione, sia orale che scritta, si deve creare un'interazione con l'interlocutore in modo tale che il suo ascolto risulti attivo. Per fare ciò si possono usare le domande aperte che facilitano la creazione di una conversazione e il coinvolgimento della persona con cui stiamo parlando. Un punto fondamentale di una comunicazione efficace è la coerenza, ovvero l'essere coerenti con quello che è il nostro obiettivo comunicativo. Il modo migliore per condividerlo è esprimere al meglio noi stessi, i nostri stati d'animo in modo da creare un'interazione soddisfacente.  Un altro aspetto molto importante è l'articolazione, essa deve essere chiara in modo tale da far arrivare ogni parola, da noi, pronunciata a chi ci sta ascoltando in maniera nitida.

Comunicare efficacemente significa anche comunicare con semplicità. Si deve cercare di sintetizzare per poter esprimere con chiarezza il nostro obiettivo comunicativo senza giraci intorno, usare un linguaggio semplice e veloce, così da renderne più chiara e semplice la comprensione al pubblico a cui ci riferiamo. Per essere sicuri che il nostro pubblico sarà propenso ad ascoltarci dovremmo cercare di fare una bella impressione, perché, in caso contrario, i nostri interlocutori si chiuderanno e sarà molto difficile comunicare.

In una comunicazione è importante anche costruire una struttura per il discorso. Per strutturare un discorso in maniera efficacie deve essere diviso in vari parti: il titolo che dovrà generare interesse ed essere accattivante; l'apertura, che dovrà essere coinvolgente e introduttiva; lo  svolgimento, dove si spiegheranno i concetti chiave (massimo 3 punti) e la conclusione, dove si dovrà lanciare un messaggio conclusivo per terminare il discorso. Dopo aver creato la struttura si deve cercare di raccontare i punti fondamentali in 5-7 minuti perché, mediamente, una persona non riesce ad ascoltare una spiegazione per più di 15-20 senza distarsi e perciò, come detto in precedenza, dovremmo essere concisi ed efficaci.

La comunicazione paraverbale si occupa sempre delle parole ma in modo differente rispetto alla comunicazione verbale. Mentre quest'ultima si occupava della scelta e dell'utilizzo delle parole, la comunicazione paraverbale, che molto spesso è più importante di quella verbale, riguarda tutti gli altri aspetti. Il ritmo, ovvero la velocità in cui stiamo parlando che è importante variare in base a ciò che stiamo dicendo. Esso è anche la rappresentazione del nostro stato d'animo, si deve cercare di tenerlo sotto controllo perché, per esempio, una persona agitata, che quindi tenderà a parlare molto velocemente, non esprime sicurezza, al contrario, una persona che parla in maniera composta e calma esprimerà fiducia e serenità. Si deve sempre di trovare la velocità adeguata in base al target a cui ci riferiamo. Il tono, ovvero ciò che caratterizza quello che diciamo. Attraverso il tono diamo un messaggio che porta a un tipo di impatto emotivo nell'interlocutore, perché esso può trasmettere gioia, tristezza, ecc.. a prescindere da quelle che sono le parole utilizzate. Il volume, è per l'appunto il volume della nostra voce. Questo va variato, in base al contesto, per rendere più efficace e per dare enfasi a ciò che vogliamo dire cercando però di non esagerare perché, in tal caso, potrebbe essere controproducente. Il timbro, è l'aspetto che più si vicina alla nostra personalità, è la "carta d'identità" della nostra voce. Questo può essere modulato tramite la respirazione e più viene modulato più si avrà una voce efficace. Le pause e gli intercalari, sono un elemento espressivo molto importante. La pausa, se usata bene e nel contesto corretto, può migliorare e assecondare la nostra comunicazione ma, se usata male e nei punti sbagliati può far suscitare dubbi all'interlocutore. Essa può essere suddivisa in due tipi: pause vuote (silenzi tra una frase e un'altra) e pause piene (meh, beh, allora, quindi, ecc...).

Per avere una comunicazione corretta e funzionante si deve conoscere la dizione. Questa non è altro che la scienza che studia la corretta pronuncia della lingua italiana. Essa è molto utile perché un eccessivo accento all'interno del nostro parlato potrebbe compromettere in maniera più o meno significativa la comprensione di chi ci sta ascoltando. Si deve cercare di essere "neutri" utilizzando una dizione più pulita possibile per avere una voce gradevole all'ascolto e per facilitare l'ascolto della nostra comunicazione.

La comunicazione non verbale si occupa del linguaggio del corpo. Questo è universale e comprensibile e a tutti (all'interno del tuo paese). Questo tipo di comunicazione è molto più incisiva rispetto a quelle precedenti. I suoi elementi espressivi sono: l'espressione o mimica facciale, è una degli elementi più importanti perché trasmette le emozioni che stiamo provando, anche involontariamente; lo sguardo, fa trasparire molte emozioni, infatti, bisogna cercare di non abbassare mai lo sguardo perché cosi la comunicazione prederebbe di efficacia; il gesto, consiste soprattutto nel movimento delle mani per descrivere una situazione o un contesto, se usato correttamente, può anche migliorare la nostra comunicazione; la postura, essa racconta molto della personalità e lo stato d'animo di una persona, quindi va controllata durante alla comunicazione (es. spalle chiuse, ingobbito, nessun contatto visivo significa che la persona non vuole "accoglierti", non vuole comunicare con te); il sorriso, è un'arma potente perché un sorriso avvicina le persone, le fa sentire a proprio agio, le rassicura ed è contagioso; e, infine, la prossemica, ovvero la gestione dello spazio che c'è tra noi e il nostro interlocutore. Questo spazio di divide in zone: zona intima, personale, sociale, pubblica. Si deve fare attenzione alla coerenza tra la comunicazione verbale/paraverbale e quella non verbale perché se i tipi di comunicazioni non si assecondano si va in contro ad una distorsione della comunicazione. 

Nel linguaggio non verbale anche l'abbigliamento è importante perché fornisce una prima impressione di noi, di cosa ci piace, delle nostre emozioni, della nostra personalità ecc...

In ogni tipo di comunicazione le emozioni sono fondamentali, devono trasparire delle nostre parole e dai nostri gesti perché ci rendono unici. Quindi si deve cercare di farsi trasportare dalle proprie emozioni a volte, soprattutto (in ambito lavorativo) dalla passione, dalla dedizione e dall'entusiasmo che si ha per il proprio progetto. Farsi trasportare dalle emozioni non significa farsi sopraffare da esse, infatti, si deve sempre cercare di non farsi "schiacciare" dall'ansia. Questa è molto comune nei discorsi in pubblico, per gestirla si deve arrivare preparati davanti alla platea, devo essere sicuro di quello che voglio comunicare, oppure si possono utilizzare esercizi di respirazione per tranquillizzarsi.  

All'interno del corso vi sono alcuni esercizi per migliorare ogni aspetto precedentemente trattato.

Infine, dopo una spiegazione di come comportarsi all'interno delle videocall, sono stati presentati dei consigli di recap sul corso svolto.

Questo corso è stato molto interessante perché ha approfondito alcune tematiche che già conoscevo e, nello stesso tempo, ha introdotto nuovi argomenti molto utili come, per esempio, la gestione dell'ansia e l'importanza delle emozioni all'interno della comunicazione.












sabato 1 maggio 2021

Il pitch, imparare a presentare le tue idee

 Il quarto corso che ho seguito è stato "Il pitch, imparare a presentare le tue idee" della durata di 2 ore, fatto da Marco Filocamo, head of operation di Fashion Technology Accelerator. Questo corso spiegava che cos'è il pitch, come si realizza, e come presentare le proprie idee al meglio.

Il corso è iniziato spiegando che cos'è il pitch è un opportunità per presentare e raccontare un progetto, ci supporta per racimolare dei fondi o per convincere un potenziale cliente che la nostra idea è di successo. Ci sono diversi tipi di pitch: 

  • Elevator pitch: serve per convincere un investitore in poco tempo, ad esempio mentre si è in ascensore e ha la durata di massimo 1 minuto.
  • Short form pitch: serve per convincere un investitore che dura massimo 10 minuti.
  • Long form pitch: serve per convincere un investitore più approfondito che dura massimo 20 minuti.
Prima di parlare in pubblico o presentare il proprio progetto è essenziale verificare gli interlocutori, controllare la coerenza interna del pitch e salvare il proprio progetto in pdf, in modo che sia leggibile su ogni computer senza modificarne la struttura. Il pitch può essere in presenza e non. Ad esempio, il pitch che inviamo per e mail deve essere abbastanza discorsivo e con poche immagini e chiaro, sopratutto, dopo l'invio del progetto dobbiamo contattarli per sapere se sono o meno interessati. Quello in presenza invece dobbiamo andare dritti al punto, senza perdere troppo tempo, quando parliamo dobbiamo essere energici in modo da caricare anche le persone che stanno ascoltando, se invece abbiamo un team è importante coinvolgere tutti i componenti nella presentazione.

La struttura di Kawasaki del pitch:
  • TITOLO: va nella prima slide, dobbiamo dare bene l'idea di quello che vogliamo fare già da subito iniziando a raccontare chi siamo. Ci sono alcuni errori molto comuni che si fanno ad esempio saltando la slide, inserire la data di quando è stato realizzato e infine, non mettere i nostri riferimenti, come il nostro nome o l'e-mail. Una cosa da mettere è un'immagine o uno slogan. 
  • PROBLEMA: racconta il perché abbiamo deciso di cominciare a realizzare il nostro progetto, raccontando il nostro punto di partenza. Le cose che dobbiamo evitare è dare per scontato il nostro problema, aggiungere troppi elementi e non citare le fonti. Quelle da inserire sono i numeri relativi al problema, una spiegazione chiara e il loyout che d'ora in poi dovrà essere uguale per tutte le slide.
  • SOLUZIONE: dobbiamo raccontare la nostra soluzione al problema, cioè cosa facciamo e qual è il nostro obbiettivo futuro. Bisogna evitare di parlare dei competitor, dare troppe soluzioni e sognare troppo in piccolo. Invece una cosa necessaria da inserire è la nostra proposta di valore sulla quale impostare il pitch, i nostri punti di forza e il prodotto per rendere tangibile il nostro discorso.
  • MAGIA: in questa slide dobbiamo raccontare i nostri punti di forza e come mai siamo diversi dagli altri dicendo cosa facciamo, facendo quindi un ampliamento della soluzione. Anche qui è importante non parlare dei competitor o un altro errore è non mostrare il "come" facciamo le cose. Dei lati positivi che dobbiamo inserire in questa slide sono dei dettagli convincenti per sostenere la soluzione e approfondirla mostrando dati concreti per dimostrare che siamo in grado di realizzare questo progetto e infine fare una grafica chiara che supporti il discorso.
  • BUSINESS MODEL: dobbiamo parlare delle nostre fonti di ricavo e come ci sosteniamo spiegando come facciamo i soldi. Degli errori comuni che si fanno in questa slide è inserire troppe linee di ricavo, non aver fatto dei test o non raccontare del futuro. Invece bisogna definire chiaramente i ricavi, delineare il mercato totale e alludere al futuro.
  • GO TO MARKET: questa slide è l'ultima in cui parliamo di noi. Dobbiamo spiegare come facciamo a trovare i nostri clienti cercando di essere molto pratici e concreti. Gli errori che si possono fare sono ad esempio inserire troppe strategie, non spiegare chi lo segue o non chiarire il mercato. Invece è importante bisogna inserire le informazioni sui test in modo da dimostrare che non è tutto su carta, spiegare l'impatto dei fondi e illustrare il futuro definendo il mercato e il target.
  • COMPETITOR: bisogna descrivere lo scenario competitivo illustrando il mercato e segnalando chi sono i concorrenti. Gli errori che possiamo fare sono inserire solo colossi, esaltare la concorrenza e dire che non avete competitor. La cosa che invece bisogna fare è parlare sia di grandi sia di piccole società, evidenziare i punti di forza e inserire una grafica autoesplicativa.
  • TEAM: la prossima slide parla di chi è dietro al soggetto descrivendo il nostro team e dimostrare che abbiamo le capacità necessarie per realizzare il nostro obbiettivo. Bisogna evitare di inserire solo il nostro nome, non inserendo le esperienze delle persone del team, non indicare i mentor. Bisogna invece inserire il nome, cognome e la foto delle persone che stanno nel nostro team, le nostre esperienze e gli aiuti esterni che riceviamo.
  • PROIEZIONI: dobbiamo raccontare come e di quanto cresceremo per anticipare il futuro del progetto, aiutandosi con i numeri. Non bisogna essere approssimativi, evidenziare la crescita lineare o sottovalutare i costi. Mentre le cose positive da inserire un conto economico semplice da riassumere durante la presentazione, le chiavi della crescita e un grafico chiaro.
  • STATO: questa è la slide finale dove bisogna evidenziare i risultati raggiunti anticipando la chiusura. Gli errori che non dobbiamo fare è fermarsi troppo presto, non valorizzare i risultati e sognare in piccolo. Le informazioni che si devono inserire sono un flusso coerente per raccontare il nostro futuro, la richiesta di finanziamento e i risultati raggiunti per raccontare dove siamo arrivati.
  • RECAP: è una slide bonus dove c'è un riassunto del nostro messaggio. Gli errori più comuni sono non inserire riferimenti, non avere un call to action. Dei lati positivi che si possono inserire sono una chiusura convincente, i nostri riferimenti e una immagine rappresentativa.

A parere mio questo corso è stato davvero interessante e sicuramente mi tornerà utile nel futuro. Ho imparato molto, anche perché non conoscevo il pitch.

BeAware of social media: un lavoro interdisciplinare sui rischi dell'utilizzo inappropriato dei social media.

Introduzione "Beaware of Social Media" è una campagna Sociale, per conto della Commissione Europea. Questa campagna si concentra s...