mercoledì 17 novembre 2021

Creazione di una Collage Animation

Introduzione

In questo post spiego come ho creato una collage animation a tema pirati, partendo dall'invenzione di una storia, spiegata tramite uno storyboard e successivamente la creazione del video, usando immagini non vettoriali grazie al programma Adobe After Effects.

Scelta del tema e ricerca delle immagini

Per la scelta del tema e della musica si avevano a disposizione quattro opzioni diverse, tra cui i pirati (tema che ho scelto), gli egizi, lo spazio e le caramelle. Ad ogni tema corrispondeva una musica. Io personalmente ho scelto i pirati perché mi è subito venuta in mente una storia, che poi con il passare del tempo ho sviluppato e migliorato. 

Per quanto riguarda le immagini utilizzate, dato che non si potevano utilizzare immagini vettoriali, avevo inizialmente pensato ai lego, ma essendoci disponibili poche immagini su internet, su consiglio del prof ho utilizzato i Playmobil.


Lo storyboard 

Per la creazione dello storyboard, come anticipato prima, ho avuto subito un'idea appena ho scelto il tema, poi con il passare del tempo l'ho arricchita e approfondita, fino ad arrivare ad una storia di senso compiuto. La mia storia infatti mostra due galeoni nemici che combattono in mare aperto, fino a quando uno dei due galeoni affonda insieme al suo equipaggio ed il galeone che ha avuto la meglio riesce ad arrivare all'isola del tesoro.

Prima revisione e consegna finale

Una volta completato lo storyboard sono subito passato alla selezione delle immagini, modificandole in base a come mi servivano grazie al programma Adobe Photoshop.
Ho quindi iniziato a lavorare sul programma Adobe After Effects per il montaggio della storia, utilizzando principalmente la camera per avere tridimensionalità e i fotogrammi chiave per far muovere le immagini.
Per la prima revisione, prevista per il 25 Ottobre ero già ad un buon punto, dovevo solamente abbreviare i "tempi morti" tra una scena e l'altra per non avere un risultato noioso e in fine completare gli ultimi secondi di video. 
Ho quindi finito di modificare gli ultimi dettagli, per poi procedere all'esportazione tramite al programma Adobe Media Encoder e fare la consegna finale su Classroom.

Difficoltà incontrate e competenze acquisite

In questo lavoro ho inizialmente avuto un pò di difficoltà, essendo un programma mai usato prima, non sapevo bene come muovermi all'interno di esso, per aiutarmi ho fatto molte domande al professore e ho guardato alcuni video tutorial su Youtube. Con il passare del tempo e a forza di usarlo ho imparato molte più cose tecniche rispetto all'inizio, soprattutto qualche "scorciatoia" per fare un azione più facilmente e in meno tempo.

Considerazioni personali

Inizialmente era un lavoro che non mi faceva impazzire da ogni punto di vista, probabilmente proprio perché non sapevo bene utilizzare il programma e quindi mi trovavo in difficoltà, successivamente, apprese alcune competenze mi è piaciuto molto come lavoro, infatti sono riuscito a riportare tutto ciò che avevo in mente nel video e stare perfettamente nei tempi previsti. Spero che ci siano altri lavori del genere quest'anno, così da approfondire le conoscenze di questo programma.





venerdì 14 maggio 2021

Design Thinking



"Design Thinking" è il titolo del sesto corso che ho seguito sulla piattaforma LTO mantova per accumulare le ore di alternanza vista la situazione di emergenza sanitaria.Questo corso, tenuto da Federico Dellanoce (consulente e designer), ha spiegato cos'è il design Thinking ossia un processo non lineare e continuo nelle sue fasi che i team utilizzano per comprendere i suoi clienti. L'obiettivo è riuscire ad offrire un prodotto o un servizio che possa essere un prototipo adatto a risolvere un problema rilevato.

Si definisce processo non lineare perché permette di saltare dei passaggi oppure di tornare indietro se si è saltato un passaggio.

Empathy, Define, Ideate, Prototype e Test sono i passaggi che caratterizzano il Design Thinking.

Empathy è il passaggio che ha più contrasti.
Bisogna creare un rapporto quasi amichevole con le persone, in modo tale che sarà molto semplice capire i desideri e quali sono i problemi. Per riuscire in questo è necessario coinvolgerli attraverso delle domande preparate precedentemente, osservare gli utenti nei loro comportamenti o nel contesto dell'indagine cercando di coinvolgere tutti gli aspetti che una persona può avere. Guardare e ascoltare è la parte che richiede maggior attenzione, dato che è necessario rendere il nostro soggetto attivo e far in modo che interagisca con il mondo che lo circonda.

Durante l'intervista è fondamentale avvicinarsi alla persona con cui si interagisce usando anche lo stesso modo di parlare. Dopo di che si condurrà l'intervista tramite le 5W, registrando o fotografando, se è possibile, affinché esca un'intervista efficace. In questo punto anche i silenzi non bisogna lasciarli al caso perché è in quei momenti che l'interlocutore riesce a pensare. Bisogna anche essere attenti al linguaggio del corpo perché, per esempio, se capita che la persona indietreggia è necessario trovare una soluzione perché quest'ultima ha perso interesse.

Define è un'altra fase che consiste a dare un senso alle informazioni raccolte durante l'intervista. Qui l'obiettivo è quello di trovare una risposta al problema basato sulle intuizioni ed esigenze emerse durante l'intervista.
Questa fase è fondamentale per la progettazione perché si traduce dal nostro punto di vista spiegando il problema. Così sarà facile trovare più soluzioni attraverso gli Insight, cioè delle scoperte e potenti intuizioni che stanno al centro del processo per la creazione di soluzioni. Questi devono rispettare dei quesiti: autenticità, non devono essere banali, rivelatrici, devono informare, motivare e devono essere chiari e facilmente condivisibili.

Ideate, è il terzo step, in cui è possibile passare dall'identificazione dei problemi alla creazione di possibili soluzioni, possibili perché la soluzione migliore si capirà più avanti, attraverso dei feedback e test raccolti dagli utenti.

Il corso suggerisce alcuni metodi per creare idee, come per esempio crazy 8s, dove serve solamente un foglio e una matita. Raggiunto un insieme di idee, bisogna far coincidere un insieme di soluzioni che potranno essere testate.

Prototype e Test, sono gli ultimi step del business model.
Durante le prime fasi del progetto i prototipi vengono realizzati velocemente e con materiali economici, ma comunque servono per creare dei feedback da parte degli interlocutori. Quindi, durante la fase di prototype, vengono raffinati, avvicinandosi alla soluzione definitiva, invece, attraverso i test è possibile sapere cosa ne pensano gli interlocutori dei prototipi definitivi creati.

mercoledì 12 maggio 2021

PUBLIC SPEAKING

"Public Speaking" è il titolo del quinto corso che ho seguito sulla piattaforma LTO mantova per accumulare le ore di alternanza vista la situazione di emergenza sanitaria. 

Questo corso, tenuto da Carmelo Cancemi (attore e formatore), ha come scopo quello di imparare a parlare correttamente e con scioltezza davanti ad un pubblico.

In questo corso viene introdotto il "public speaking" che utilizza varie tecniche di comunicazione efficaci in modo tale da riuscire a parlare davanti ad un pubblico in modo fluido e corretto. Durante la lezione vengono forniti vari consigli su come migliorare la nostra capacità comunicativa.

La comunicazione efficace si basa su tre livelli: comunicazione verbale, comunicazione paraverbale, comunicazione non verbale.

La comunicazione verbale riguarda l'uso e la scelta delle parole. La scelta di esse può variare a seconda del target (pubblico) a cui ci stiamo riferendo, che può variare con l'età, l'istruzione ecc. Per esempio, se parliamo di lavoro con un collega utilizzeremo delle parole, invece, parlando dello stesso argomento con un amico ne useremo delle altre. Quindi bisogna sempre utilizzare una comunicazione con termini personalizzati rispetto al pubblico che abbiamo davanti, facendo in modo che chi ascolta recepisca a pieno il messaggio. Durante una comunicazione, sia orale che scritta, si deve creare un'interazione con l'interlocutore in modo tale che il suo ascolto risulti attivo. Per fare ciò si possono usare le domande aperte che facilitano la creazione di una conversazione e il coinvolgimento della persona con cui stiamo parlando. Un punto fondamentale di una comunicazione efficace è la coerenza, ovvero l'essere coerenti con quello che è il nostro obiettivo comunicativo. Il modo migliore per condividerlo è esprimere al meglio noi stessi, i nostri stati d'animo in modo da creare un'interazione soddisfacente.  Un altro aspetto molto importante è l'articolazione, essa deve essere chiara in modo tale da far arrivare ogni parola, da noi, pronunciata a chi ci sta ascoltando in maniera nitida.

Comunicare efficacemente significa anche comunicare con semplicità. Si deve cercare di sintetizzare per poter esprimere con chiarezza il nostro obiettivo comunicativo senza giraci intorno, usare un linguaggio semplice e veloce, così da renderne più chiara e semplice la comprensione al pubblico a cui ci riferiamo. Per essere sicuri che il nostro pubblico sarà propenso ad ascoltarci dovremmo cercare di fare una bella impressione, perché, in caso contrario, i nostri interlocutori si chiuderanno e sarà molto difficile comunicare.

In una comunicazione è importante anche costruire una struttura per il discorso. Per strutturare un discorso in maniera efficacie deve essere diviso in vari parti: il titolo che dovrà generare interesse ed essere accattivante; l'apertura, che dovrà essere coinvolgente e introduttiva; lo  svolgimento, dove si spiegheranno i concetti chiave (massimo 3 punti) e la conclusione, dove si dovrà lanciare un messaggio conclusivo per terminare il discorso. Dopo aver creato la struttura si deve cercare di raccontare i punti fondamentali in 5-7 minuti perché, mediamente, una persona non riesce ad ascoltare una spiegazione per più di 15-20 senza distarsi e perciò, come detto in precedenza, dovremmo essere concisi ed efficaci.

La comunicazione paraverbale si occupa sempre delle parole ma in modo differente rispetto alla comunicazione verbale. Mentre quest'ultima si occupava della scelta e dell'utilizzo delle parole, la comunicazione paraverbale, che molto spesso è più importante di quella verbale, riguarda tutti gli altri aspetti. Il ritmo, ovvero la velocità in cui stiamo parlando che è importante variare in base a ciò che stiamo dicendo. Esso è anche la rappresentazione del nostro stato d'animo, si deve cercare di tenerlo sotto controllo perché, per esempio, una persona agitata, che quindi tenderà a parlare molto velocemente, non esprime sicurezza, al contrario, una persona che parla in maniera composta e calma esprimerà fiducia e serenità. Si deve sempre di trovare la velocità adeguata in base al target a cui ci riferiamo. Il tono, ovvero ciò che caratterizza quello che diciamo. Attraverso il tono diamo un messaggio che porta a un tipo di impatto emotivo nell'interlocutore, perché esso può trasmettere gioia, tristezza, ecc.. a prescindere da quelle che sono le parole utilizzate. Il volume, è per l'appunto il volume della nostra voce. Questo va variato, in base al contesto, per rendere più efficace e per dare enfasi a ciò che vogliamo dire cercando però di non esagerare perché, in tal caso, potrebbe essere controproducente. Il timbro, è l'aspetto che più si vicina alla nostra personalità, è la "carta d'identità" della nostra voce. Questo può essere modulato tramite la respirazione e più viene modulato più si avrà una voce efficace. Le pause e gli intercalari, sono un elemento espressivo molto importante. La pausa, se usata bene e nel contesto corretto, può migliorare e assecondare la nostra comunicazione ma, se usata male e nei punti sbagliati può far suscitare dubbi all'interlocutore. Essa può essere suddivisa in due tipi: pause vuote (silenzi tra una frase e un'altra) e pause piene (meh, beh, allora, quindi, ecc...).

Per avere una comunicazione corretta e funzionante si deve conoscere la dizione. Questa non è altro che la scienza che studia la corretta pronuncia della lingua italiana. Essa è molto utile perché un eccessivo accento all'interno del nostro parlato potrebbe compromettere in maniera più o meno significativa la comprensione di chi ci sta ascoltando. Si deve cercare di essere "neutri" utilizzando una dizione più pulita possibile per avere una voce gradevole all'ascolto e per facilitare l'ascolto della nostra comunicazione.

La comunicazione non verbale si occupa del linguaggio del corpo. Questo è universale e comprensibile e a tutti (all'interno del tuo paese). Questo tipo di comunicazione è molto più incisiva rispetto a quelle precedenti. I suoi elementi espressivi sono: l'espressione o mimica facciale, è una degli elementi più importanti perché trasmette le emozioni che stiamo provando, anche involontariamente; lo sguardo, fa trasparire molte emozioni, infatti, bisogna cercare di non abbassare mai lo sguardo perché cosi la comunicazione prederebbe di efficacia; il gesto, consiste soprattutto nel movimento delle mani per descrivere una situazione o un contesto, se usato correttamente, può anche migliorare la nostra comunicazione; la postura, essa racconta molto della personalità e lo stato d'animo di una persona, quindi va controllata durante alla comunicazione (es. spalle chiuse, ingobbito, nessun contatto visivo significa che la persona non vuole "accoglierti", non vuole comunicare con te); il sorriso, è un'arma potente perché un sorriso avvicina le persone, le fa sentire a proprio agio, le rassicura ed è contagioso; e, infine, la prossemica, ovvero la gestione dello spazio che c'è tra noi e il nostro interlocutore. Questo spazio di divide in zone: zona intima, personale, sociale, pubblica. Si deve fare attenzione alla coerenza tra la comunicazione verbale/paraverbale e quella non verbale perché se i tipi di comunicazioni non si assecondano si va in contro ad una distorsione della comunicazione. 

Nel linguaggio non verbale anche l'abbigliamento è importante perché fornisce una prima impressione di noi, di cosa ci piace, delle nostre emozioni, della nostra personalità ecc...

In ogni tipo di comunicazione le emozioni sono fondamentali, devono trasparire delle nostre parole e dai nostri gesti perché ci rendono unici. Quindi si deve cercare di farsi trasportare dalle proprie emozioni a volte, soprattutto (in ambito lavorativo) dalla passione, dalla dedizione e dall'entusiasmo che si ha per il proprio progetto. Farsi trasportare dalle emozioni non significa farsi sopraffare da esse, infatti, si deve sempre cercare di non farsi "schiacciare" dall'ansia. Questa è molto comune nei discorsi in pubblico, per gestirla si deve arrivare preparati davanti alla platea, devo essere sicuro di quello che voglio comunicare, oppure si possono utilizzare esercizi di respirazione per tranquillizzarsi.  

All'interno del corso vi sono alcuni esercizi per migliorare ogni aspetto precedentemente trattato.

Infine, dopo una spiegazione di come comportarsi all'interno delle videocall, sono stati presentati dei consigli di recap sul corso svolto.

Questo corso è stato molto interessante perché ha approfondito alcune tematiche che già conoscevo e, nello stesso tempo, ha introdotto nuovi argomenti molto utili come, per esempio, la gestione dell'ansia e l'importanza delle emozioni all'interno della comunicazione.












sabato 1 maggio 2021

Il pitch, imparare a presentare le tue idee

 Il quarto corso che ho seguito è stato "Il pitch, imparare a presentare le tue idee" della durata di 2 ore, fatto da Marco Filocamo, head of operation di Fashion Technology Accelerator. Questo corso spiegava che cos'è il pitch, come si realizza, e come presentare le proprie idee al meglio.

Il corso è iniziato spiegando che cos'è il pitch è un opportunità per presentare e raccontare un progetto, ci supporta per racimolare dei fondi o per convincere un potenziale cliente che la nostra idea è di successo. Ci sono diversi tipi di pitch: 

  • Elevator pitch: serve per convincere un investitore in poco tempo, ad esempio mentre si è in ascensore e ha la durata di massimo 1 minuto.
  • Short form pitch: serve per convincere un investitore che dura massimo 10 minuti.
  • Long form pitch: serve per convincere un investitore più approfondito che dura massimo 20 minuti.
Prima di parlare in pubblico o presentare il proprio progetto è essenziale verificare gli interlocutori, controllare la coerenza interna del pitch e salvare il proprio progetto in pdf, in modo che sia leggibile su ogni computer senza modificarne la struttura. Il pitch può essere in presenza e non. Ad esempio, il pitch che inviamo per e mail deve essere abbastanza discorsivo e con poche immagini e chiaro, sopratutto, dopo l'invio del progetto dobbiamo contattarli per sapere se sono o meno interessati. Quello in presenza invece dobbiamo andare dritti al punto, senza perdere troppo tempo, quando parliamo dobbiamo essere energici in modo da caricare anche le persone che stanno ascoltando, se invece abbiamo un team è importante coinvolgere tutti i componenti nella presentazione.

La struttura di Kawasaki del pitch:
  • TITOLO: va nella prima slide, dobbiamo dare bene l'idea di quello che vogliamo fare già da subito iniziando a raccontare chi siamo. Ci sono alcuni errori molto comuni che si fanno ad esempio saltando la slide, inserire la data di quando è stato realizzato e infine, non mettere i nostri riferimenti, come il nostro nome o l'e-mail. Una cosa da mettere è un'immagine o uno slogan. 
  • PROBLEMA: racconta il perché abbiamo deciso di cominciare a realizzare il nostro progetto, raccontando il nostro punto di partenza. Le cose che dobbiamo evitare è dare per scontato il nostro problema, aggiungere troppi elementi e non citare le fonti. Quelle da inserire sono i numeri relativi al problema, una spiegazione chiara e il loyout che d'ora in poi dovrà essere uguale per tutte le slide.
  • SOLUZIONE: dobbiamo raccontare la nostra soluzione al problema, cioè cosa facciamo e qual è il nostro obbiettivo futuro. Bisogna evitare di parlare dei competitor, dare troppe soluzioni e sognare troppo in piccolo. Invece una cosa necessaria da inserire è la nostra proposta di valore sulla quale impostare il pitch, i nostri punti di forza e il prodotto per rendere tangibile il nostro discorso.
  • MAGIA: in questa slide dobbiamo raccontare i nostri punti di forza e come mai siamo diversi dagli altri dicendo cosa facciamo, facendo quindi un ampliamento della soluzione. Anche qui è importante non parlare dei competitor o un altro errore è non mostrare il "come" facciamo le cose. Dei lati positivi che dobbiamo inserire in questa slide sono dei dettagli convincenti per sostenere la soluzione e approfondirla mostrando dati concreti per dimostrare che siamo in grado di realizzare questo progetto e infine fare una grafica chiara che supporti il discorso.
  • BUSINESS MODEL: dobbiamo parlare delle nostre fonti di ricavo e come ci sosteniamo spiegando come facciamo i soldi. Degli errori comuni che si fanno in questa slide è inserire troppe linee di ricavo, non aver fatto dei test o non raccontare del futuro. Invece bisogna definire chiaramente i ricavi, delineare il mercato totale e alludere al futuro.
  • GO TO MARKET: questa slide è l'ultima in cui parliamo di noi. Dobbiamo spiegare come facciamo a trovare i nostri clienti cercando di essere molto pratici e concreti. Gli errori che si possono fare sono ad esempio inserire troppe strategie, non spiegare chi lo segue o non chiarire il mercato. Invece è importante bisogna inserire le informazioni sui test in modo da dimostrare che non è tutto su carta, spiegare l'impatto dei fondi e illustrare il futuro definendo il mercato e il target.
  • COMPETITOR: bisogna descrivere lo scenario competitivo illustrando il mercato e segnalando chi sono i concorrenti. Gli errori che possiamo fare sono inserire solo colossi, esaltare la concorrenza e dire che non avete competitor. La cosa che invece bisogna fare è parlare sia di grandi sia di piccole società, evidenziare i punti di forza e inserire una grafica autoesplicativa.
  • TEAM: la prossima slide parla di chi è dietro al soggetto descrivendo il nostro team e dimostrare che abbiamo le capacità necessarie per realizzare il nostro obbiettivo. Bisogna evitare di inserire solo il nostro nome, non inserendo le esperienze delle persone del team, non indicare i mentor. Bisogna invece inserire il nome, cognome e la foto delle persone che stanno nel nostro team, le nostre esperienze e gli aiuti esterni che riceviamo.
  • PROIEZIONI: dobbiamo raccontare come e di quanto cresceremo per anticipare il futuro del progetto, aiutandosi con i numeri. Non bisogna essere approssimativi, evidenziare la crescita lineare o sottovalutare i costi. Mentre le cose positive da inserire un conto economico semplice da riassumere durante la presentazione, le chiavi della crescita e un grafico chiaro.
  • STATO: questa è la slide finale dove bisogna evidenziare i risultati raggiunti anticipando la chiusura. Gli errori che non dobbiamo fare è fermarsi troppo presto, non valorizzare i risultati e sognare in piccolo. Le informazioni che si devono inserire sono un flusso coerente per raccontare il nostro futuro, la richiesta di finanziamento e i risultati raggiunti per raccontare dove siamo arrivati.
  • RECAP: è una slide bonus dove c'è un riassunto del nostro messaggio. Gli errori più comuni sono non inserire riferimenti, non avere un call to action. Dei lati positivi che si possono inserire sono una chiusura convincente, i nostri riferimenti e una immagine rappresentativa.

A parere mio questo corso è stato davvero interessante e sicuramente mi tornerà utile nel futuro. Ho imparato molto, anche perché non conoscevo il pitch.

sabato 24 aprile 2021

RAWDEO di Stefano Molinari

 Il 24 aprile ho partecipato ad un' incontro online per il PCTO, dove mi è stato commissionato un progetto grafico per conto dell'azienda "RAWDEO" di Stefano Molinari.

Stefano Molinari è il proprietario dell'azienda Rawdeo che si occupa di proporre un servizio tecnico a 360° per la realizzazione, la promozione e  la postproduzione di eventi per aziende e privati. Scegliendo Rawdeo, si avrà un servizio affidabile, serio, completo, conveniente, progettuale e con grande competenza tecnica. L'obiettivo principale è quello di formare un team costituito da persone con competenze differenti, in modo tale da soddisfare ogni tipo di richiesta del cliente racchiudendo il tutto in un "pacchetto" con un prezzo vantaggioso. 

All'interno dei servizi vi sono:

  • Noleggio attrezzature per lo spettacolo
  • Foto e video per qualsiasi evento
  • Wedding
  • Dirette streaming con regia
  •  Foto e video automotive
  • Servizi fotografici newborn/maternity
  • Noleggio photobooth automatico con stampante
Il progetto consiste nella creazione di tre tipi di logo: l'icona, il logo tipo e il logo tipo con l'aggiunta della firma a nome di Stefano Molinari. Questi devono riuscire a rappresentare al meglio l'azienda tramettendone gli obiettivi e i valori e soprattutto devono permettere all'azienda di distinguersi dai compatitor.

giovedì 15 aprile 2021

VIDEO STORYTELLING

 "Video Storyteling" è il titolo del terzo corso PCTO tenutosi sul sito LTO Mantova per poter accumulare ore di alternanza scuola lavoro.

Il suddetto corso dalla durata di 4 ore, composto da slide, è stato tenuto da Miriam Ronchi, Product and Research Designer, esperta in Digital Storytelling e Digital Fabrication.

In questo corso viene spiegato come creare un video racconto empatico ed emozionante, in grado di coinvolgere il pubblico selezionato. 

Esso inizia con una spiegazione teorica dello storytelling e prosegue con mostrando come creare un racconto funzionale l'utilizzando i tre schemi per la progettazione: Canvas, lo schema narrativo e lo schema grafico (storyboard), spiegati e approfonditi al meglio . Per la creazione di un video racconto, oltre a tre schemi, si deve comporre una bella storia, di cui si abbia presente la trama, cosa si vuole effettivamente comunicare, le emozioni che si vogliono trasmettere al cliente, che sia delinei un determinato target a cui riferirsi e il budget a disposizione. Nelle slide successive sono stati mostrati vari strumenti,  per la registrazione, dai più ai meno professionali. Sono state mostrate camere, obbiettivi, smartphoen, luci e microfoni.

Successivamente sono stati anche forniti dei consigli su come impostare le inquadrature prima su storyboard e poi ricrearle nelle rirpese effettive, sull'Openshot ( un programma di montaggio gratuito).

Il corso lo ho trovato interessante perché è stato molto chiaro e dettagliato nella spiegazione generale, su come utilizzare i tre schemi: grafico, narrativo e canvas e, a mio parere, lo è stato soprattutto nella presentazione delle varie strumentazioni e nella realizzazione del set mostrandomi tutto il necessario.

sabato 10 aprile 2021

Storytelling e Marketing - L'importanza dei video nella comunicazione digitale



Partecipazione ad un corso di Storytelling e Marketing, basato sull'importanza dei video nella comunicazione digitale.

Introduzione

Sabato 20 Marzo io e il resto della 4CG abbiamo assistito ad una lezione della durata di due ore chiamata: "Storytelling e Marketing, l'importanza dei video nella comunicazione digitale".
Il corso è stato tenuto dall'amministratore delegato dell'azienda Siglacom Group, Sebastiano Tartari insieme ad Alessio Capra, suo dipendente. 
La lezione, precedentemente organizzata "in presenza" si è poi svolta online sulla piattaforma "Google Meet" per motivi di restrizioni COVID.

Temi svolti

Il tema centrale della lezione è stata la comunicazione dal punto di vista di un'azienda.
Per iniziare ci hanno spiegato che la comunicazione si divide in due rami: visione romantica e visione concreta, questi due aspetti, se uniti, formano il marketing. Successivamente hanno esposto come acquistare la fiducia del cliente grazie al marketing digitale, come per esempio un sito web.
Per dare fiducia serve verità o una sensazione di verità, per non illudere i possibili clienti futuri.
Tutto quello che vediamo su Internet ha come scopo principale quello di darci una sensazione di verità.
Lo strumento migliore per dare una sensazione di verità al cliente è utilizzare un video. E per spiegarlo hanno usato come esempio la pubblicità di Mediulanum
Oltre al video bisogna utilizzare tre cose principali: 

  • La persona: mostrare se stessi e presentare il proprio prodotto;
  • Verità: bisogna dare fiducia e una sensazione di verità;
  • Personaggio
Queste tre cose formano lo "storytelling aziendale", ovvero tutta la storia dell'azienda. I clienti si incuriosiranno e inizieranno ad avere fiducia e diventare fedeli.

Conclusione

La lezione a mio parere è stata abbastanza interessante, si sono trattati temi utili e in parte coinvolgenti.
L'argomento che ho trovato più interessanti sono stati gli esempi con apple e il loro modo di presentare i prodotti e dare fiducia ai propri clienti utilizzando l'immagine di Steve Jobs.











SCRITTURA - NARRARE, CHE PROFESSIONE

 "Scrittura - Narrare, che professione" è il titolo del secondo corso PCTO tenutosi sul sito LTO Mantova per poter accumulare ore di alternanza scuola lavoro e crediti formativi.

Il corso dalla durata di 1 ora, è composto da slide, ed è stato tenuto da Davide Bregola, scrittore di narrativa e saggistica.

In questo corso, nella prima parte viene spiegato come si deve porre e come si compone una scrittura per informare più giornalistica, mentre, nella seconda parte, la scrittura per narrare.

Nella scrittura per informare si comincia con l'intenzione di raccontare un fatto realmente accaduto con l'utilizzo delle 5W (chi, cosa, quando, dove, perché) tramutandolo, così, in notizia, che poi andrà arricchita con testimonianze, descrizioni e dal commento del giornalista. Essa può essere esposta con l'utilizzo della fabula, ovvero l'insieme degli avvenimenti narrati secondo una logica, e dell'intreccio, che è la tecnica in cui il giornalista mescola l'ordine della fabula. Dopo aver selezionato il modo migliore per far cominciare il nostro articolo si dovrà aver ben chiaro il Focus, ovvero il nudo e crudo a cui si dovrà costruire l'articolo. Per far sì che il nostro articolo sia efficace si dovrà utilizzare un testo convincente, persuasivo lavorando sulle idee e utilizzando schemi per rendere più fluida la narrazione della notizia. Fatto ciò si dovrà dare un ordine alle proprie idee e cominciare a pensare come iniziare e come finire il proprio articolo. Questa fase è molto importante perché l'inizio deve essere in grado di incuriosire il lettore con l'utilizzo di un aneddoto, partendo dalla fine, facendo un sommario dei contenuti, sintetizzando l'argomento oppure descrivendo la notizia per contrasto. La parte finale, invece, deve riuscire a fissare nella memoria del lettore quanto ha riportato l'articolo, terminando il discorso con un aneddoto, una citazione, una domanda, riprendendo l'inizio (fine ad anello) o con brevi affermazioni.

Nella scrittura per narrare si deve partire da delle idee. Queste poi dovranno essere organizzate in modo tale da poter attuare delle strategie perché dobbiamo riuscire a combinarle, metterle in relazione tra loro e, soprattutto trovare un filo conduttore nella narrazione. Successivamente bisognerà creare una trama che riesca ad appassionare il lettore sapendo collegare in modo "fluido" e lineare i personaggi con il tema e proponendo un racconto che si unisca in tutte le sue sfaccettature in modo chiaro.  Tutto questo è possibile grazie a una griglia, che lo scrittore utilizza, per seguire al meglio gli avvenimenti della storia.  

Dopo la spiegazione dei vari argomenti sono state proposte alcune app, per la lettura e per la scrittura, che sono: 

  • Wattpad
  • Open Office
  • Mindly
Il corso è stato utile perché è stato molto chiaro ed approfondito sui temi trattati. Grazie a questo corso ho imparato come poter comprendere i passaggi per poter trasformare una notizia in un articolo di giornale e come migliorare nella stesura della trama di un racconto.

NARRARE CON LE IMMAGINI

 "Narrare con le immagini" è il nome del corso PCTO tenutosi sul sito LTO Mantova per poter accumulare ore di alternanza scuola lavoro e crediti formativi. 

Il corso, dalla durata di 1 ora, è composto da slide ed è stato tenuto da Davide Bregola, scrittore di narrativa e saggistica.

In questo corso viene spiegato come progettare una grafic novel funzionale, come crearla e come utilizzare varie app, accessibili a tutti, per dare vita alla propria grafic novel. 

Per la realizzazione efficacie della propria grafic novel si devono necessariamente seguire i seguenti punti:

  • L'idea
  • Il protagonista
  • La spalla
  • L'antagonista
  • Lo schema di base della trama
  • Il soggetto
  • La scaletta
  • Lo storyboard
  • Le inquadrature
  • Il dialogo

Seguendo questi punti essenziali, successivamente si può passare alla creazione della grafic novel. Le app presentate nel corso sono: 

  • Comica
  • Storyboard
  • Comic Life
Il corso lo ho trovato abbastanza interessante e utile, perché ho ripassato conoscenze che già avevo appreso e ho approfondito alcuni aspetti molto intriganti come la stesura della trama, come i personaggi si debbano evolvere all'interno del racconto e sul come poter rendere la narrazione unita e solida.

sabato 6 marzo 2021

“Disposti a tutto” Storyboard



Cos'è uno storyboard?

Storyboard è un termine inglese che, letteralmente, significa "tavola della storia" e viene generalmente utilizzato per indicare la rappresentazione grafica, sotto forma di sequenze disegnate in ordine cronologico, delle inquadrature di un'opera filmata. E' quindi un aiuto visivo che rende infinitamente più facile capire l’idea che c’è dietro ogni scena. 
Quando realizziamo uno storyboard, possiamo mostrare esattamente come il verrà il video finale. Questo è davvero utile quando realizzeremo il video, in quanto garantisce che non dimenticheremo nessuna scena precedentemente stabilita e ci aiuterà a ricostruire il video secondo l’idea originale.
Esistono molti modi diversi per creare uno storyboard. Tutto dipende dal tipo di video che si sta realizzando e da chi è coinvolto nel processo creativo. E sono:
  • Tradizionale: gli storyboard tradizionali comprendono una serie di schizzi a matita concettuali che aiutano lo scrittore, il produttore e il regista a visualizzare la loro idea iniziale prima che inizi qualsiasi ripresa o animazione. 
  • Miniatura: uno storyboard in miniatura è molto veloce e facile da creare in quanto non è richiesto alcun testo e gli schizzi non devono essere particolarmente dettagliati.
  • Digitale: uno storyboard digitale è perfetto per i video animati perché possiamo utilizzare la grafica che verrà mostrata nel video finale, consentendo a tutti i soggetti coinvolti nel video di avere una visione chiara di come sarà il prodotto finale.
I disegni di ogni inquadratura possono essere accompagnati:
  • dalla durata dell'inquadratura;
  • dai piani;
  • dai movimenti di macchina;
  • in evenienza con la presenza di suoni, rumori o voci. 
 Lo Storyboard può essere ancora più dettagliato aggiungendo:
  • estratti della sceneggiatura; 
  • una descrizione approfondita dell'ambiente e dei personaggi;
  • una descrizione precisa della posizione degli attori, della macchina da presa e delle luci.

Lo storyboard del mio gruppo


Conclusioni

Nello Storyboard che ha realizzato il mio gruppo si poteva migliorare un pò l'organizzazione. All'inizio eravamo in pochi a lavorare e di conseguenza non siamo andati molto avanti; ci siamo poi divisi le scena così che ognuno potesse realizzare delle bozze (anche se non molto artistiche e dettagliate).
Durante la revisione il nostro Storyboard è risultato quello fatto peggio, perché mancavano molte descrizioni tra cui: le inquadrature, i luoghi e i tempi, il numero delle scene ecc.. ma erano solo bozze perché non era quello definitivo. In generale mi è sembrata la parte del lavoro fatta peggio.

giovedì 18 febbraio 2021

“Disposti a tutto” dal soggetto alla scrittura di una sceneggiatura

Brief del progetto

Il progetto "disposti a tutto" è un progetto basato sulla creazione di un video che mette in luce una o più persone che sono disposte a tutto per arrivare all'obbiettivo finale, in questo caso un gruppo di ragazzi è disposto a tutto per prendere un bel voto nella verifica, rischiando quindi di essere scoperti. L'intero progetto deve svolgersi all'interno della scuola e inizia dalla realizzazione di un'idea, passando dalla scrittura di un soggetto, della scaletta e infine della sceneggiatura. Tutto questo dividendosi in 5/6 perone per gruppo.

Divisione in gruppi

Il gruppo è formato da cinque ragazzi della 4CG, tra cui, oltre a me (Telloni Edoardo) troviamo:

Inizialmente, prima di scegliere la storia definitiva ogni componente del gruppo ha raccontato una storia inventata, poi una volta scelta la più bella ognuno ha aiutato ad integrarla al meglio. Successivamente non c'è stata una e vera propria divisione dei compiti, ma ogni componente ha fatto il lavoro a turno, ad esempio nel momento della scrittura della scaletta e della scenografia tutto il gruppo parlava a voce e uno dopo l'altro a turno scriveva. Lo stesso per il resto dei passaggi del lavoro.

Soggetto

Il soggetto è un breve racconto che, rispondendo alle "5 W": what (che cosa?) who (chi?), when (quando?), why (perché?), where (dove?), illustra a grandi linee la trama. Deve avere una struttura breve e un lessico narrativo e il suo scopo è far si che il film venga visto e venduto da più persone possibile.
Nel mio gruppo è stata proposta l'idea di essere disposti a tutto per copiare e prendere un bel voto in una verifica. Tutti i componenti hanno quindi escogitato diversi modi per copiare fino a quando è stato proposto di ispirarci alla "Casa di carta", una serie tv che parla di un gruppo di ragazzi, riuniti da un "professore" che fornisce il piano per riuscire a rapinare una banca.
E' quindi nata l'idea di creare un gruppo di 4 alunni con un "professore" che spiega il piano (composto da tutti i metodi sul come copiare), compreso di voice over e alcuni flashback, perché la serie tv "Casa di carta" è ricca di questi metodi, ad esempio spesso troviamo un Voice over quando il professore spiega il piano ai componenti del gruppo.
alla fine della scrittura del soggetto siamo passati alla votazione, (massimo due voti a testa) e il soggetto che ha vinto è stato "la banda del bigliettino".
link soggetto

 Scaletta

La scaletta è una descrizione del soggetto fatta in frasi brevi. Ogni frase deve riassume una o più scene del cortometraggio che sono indicate da un numero progressivo (per far si che ci si orienti meglio e si riesca a trovare subito il punto che si cerca). La scaletta serve quindi per orientarsi meglio nella storia, per capire più facilmente la successione degli avvenimenti e per poter sviluppare la sceneggiatura. 
Ogni membro del gruppo ha dato la propria opinione; ogni tanto il prof ci dava alcune dritte e alla fine ha vinto il mio gruppo per questa fase del cortometraggio.

sceneggiatura

La sceneggiatura è un testo, dove vengono riportati i dialoghi dei personaggi, descritte le azioni e gli ambienti in cui si svolge l'azione (interno/esterno - giorno/notte), i luoghi e il tempo. I prof ci hanno dettato la struttura della pagina con i margini e gli spazi da seguire:
  • font - CURIEL 12 p;
  • intestazione (titolo) - maiuscolo, grassetto, sottolineato e giustificato;
  • interlinea - 1;
  • margini - 2,5 cm per ogni lato;
  • scena - minuscolo, giustificato;
  • personaggio - maiuscolo, a 5,5 cm margine sinistro e 9,5 cm margine destro;
  • dialogo - minuscolo, allineato a sinistra in centro, 3 cm margini sinistra e 11,5 margini destra;
  • parentetico - minuscolo, allineato a sinistra, margini uguali al dialogo.
Esistono tre diversi modelli di sceneggiatura:
  • sceneggiatura all'italiana;
  • sceneggiatura all'americana (quella che poi abbiamo utilizzato noi);
  • sceneggiatura alla francese.
Nella sceneggiatura all'americana le didascalie e i dialoghi si trovano al centro del foglio; le didascalie occupano tutta la larghezza del foglio, mentre i dialoghi si trovano anch'essi al centro, con un margine ridotto.
Per quanto riguarda la sceneggiatura è stata la parte dove sono intervenuto di più, soprattutto per dettare e dare idee sul cosa scrivere. Anche se verso la fine è stato più difficile perché tutto il gruppo non aveva più idee sul come finire il cortometraggio e abbiamo forse sprecato un pò di tempo in quest'ultima parte.
link sceneggiatura

Conclusioni

La parte più difficile, oltre all'inizio (partire), è stato il punto in cui non sapevamo più come andare avanti, perché non c'erano più idee. Avendo avuto diversi aiuti dal prof, ci siamo riuscirti a sbloccare e a continuare. Il nostro problema, che il prof ci ha fatto notare era che nel finale mancava un po' di suspance, qualcosa che facesse venire alle persone la voglia di sapere il finale.
Per il resto, oltre a qualche errore trovato durante la revisione e difficoltà durante l'intero progetto, credo che sia risultato un buon lavoro, dopo tutte le ore passate su questo progetto.
Posso dire che questo lavoro mi è piaciuto, perché ero curioso di provare un lavoro comunque pratico ma diverso dal solito montaggio dei video (che comunque preferisco), l'unica cosa è che essendo durato molte ore è diventato forse un pò monotono e stancante, anche perché lavorare in gruppo sembra facile ma non lo è per niente, perché tutti devono essere d'accordo e dire la propria.


giovedì 28 gennaio 2021

Seminario “Navigare i sogni – Dalla sceneggiatura al cortometraggio”

 Premessa

Ho partecipato ad un seminario sulla realizzazione di un cortometraggio organizzato dall’Università IUSVE, inizialmente seguendo un'introduzione di circa 40 minuti tramite una live YouTube, successivamente tramite un collegamento sulla piattaforma "zoom", dove i professori parlavano dall'università mentre i ragazzi e i relatori dalla propria abitazione. Sono quindi stati tutti interventi da remoto e online, all'inizio con un pò di difficoltà nel mostrare le presentazioni, ma una volta raggiunto un giusto equilibrio sono stati tutti interventi molto chiari.

Chi ha organizzato l’evento

L'organizzatore di questo evento è stata l’università IUSVE (con sede a Mestre e Verona, ISMU, Tunuè, Emergency.  promosso e gestito dai Salesiani di don Bosco dell’Italia Nordest).
Gli insegnanti mi hanno iscritto per partecipare ad una attività di Educazione civica con un focus sulla realizzazione di un cortometraggio perché in quarta ci concentriamo sullo studio del video. In breve si è trattato di seguire una sessione plenaria tramite una live YouTube, successivamente tramite un collegamento sulla piattaforma "zoom" un seminario “Navigare i sogni – Dalla sceneggiatura al cortometraggio”

La sessione plenaria

E' avvenuta la presentazione della manifestazione "Notifica di cambiamento", un appuntamento che guarda al futuro, giungendo a conclusione del progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale “NO ALLA GUERRA",  per una società pacifica e inclusiva rispettosa dei diritti umani e della diversità fra i popoli”, realizzato dall'Università con EMERGENCY ONG Onlus, Fondazione ISMU con il supporto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Ad aprire la giornata è stata una figura dal percorso autorevole: Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista specializzata in Medio Oriente e zone di conflitto, Successivamente sono intervenuti rappresentanti dei partner di progetto, tra cui Rossella Miccio, presidente di Emergency, fondazione che si occupa di cure gratuite e di qualità alle vittime della guerra e della povertà, costruendo e gestendo strutture dedicate e formando il personale locale, praticando una medicina basata sui diritti umani. 
In fine a parlare è stato Emanuele Di Giorgi, amministratore della casa editrice Tunuè, specializzata in graphic novel per lettori junior e adulti, nonché nella saggistica dedicata al fumetto, all’animazione, ai videogiochi e ai fenomeni pop contemporanei. Di recente, in collaborazione con  Emergency e all'agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo ha pubblicato "I colori di una nuova vita", Quattro storie a fumetti realizzate da quattro disegnatori, basate su sei storie ideate e scritte dai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di tutta Italia che vedono come protagonisti Amal, Rachida e Goran, che sono tre ragazzi costretti, a causa della guerra e della povertà, a lasciare la loro casa. Ognuno di loro è  alla ricerca di una nuova vita per questo hanno affrontato tre lunghi viaggi, dall’Afghanistan, dal Sudan e dall’Iraq per poter raggiungere l’Italia.

Il workshop

La seconda edizione di “una storia per Emergency” è stata vinta dalla sceneggiatura dal titolo "Capitan Didier" di Roberta Palmieri, che racconta di un bambino di origine subsahariana con il sogno di costruire una barca tutta sua… fatta di cartoni di pizza. Suo padre Amir, rider presso la pizzeria del signor Franco, porta ogni sera a casa una pizza per aggiungere un pezzo al suo capolavoro, ma una notte, durante le ore di servizio di Amir, una tempesta d’acqua distrugge la barca di cartone di Didier. A vincere il concorso è stata appunto Roberta Palmieri, per la capacità di raccontare con un linguaggio cinematografico forte ed evocativo un aspetto intimo del rapporto tra popoli diversi. Utilizzando un preciso simbolismo, la sceneggiatura di Capitan Didier non risparmia riferimenti chiari ai rischi che corre chi va in cerca di un destino migliore, facendo riecheggiare una realtà concreta e al tempo stesso fiabesca con la capacità del piccolo Didier di catapultarsi nel mondo che sogna.
In fine sono stati scelti un produttore "Leonardo Godano" e una regista "Margherita Ferri"che racconta di aver avuto un problema di produzione riguardante la pioggia finta, dopo aver affittato un autobotte, si sono trovati in una giornata di pioggia reale e l'insieme delle "due pioggia" li ha fatti trovare in una situazione di pericolo, principalmente per il bambino.

Conclusioni 

Tra tutti gli interventi che sono stati fatti, e ta tutte le parti parlate quella che mi è interessata di più è stato il racconto vero e proprio del cortometraggio e il racconto di Margherita Ferri, quando ha parlato delle difficoltà nella produzione, quest'ultima parte mi ha fatto riflettere sul fatto che loro magari avevano trovato una soluzione comprando un autobotte, ma il destino ha voluto che quel giorno piovesse anche quindi hanno probabilmente sprecato tempo e soldi inutilmente o in parte.
durante il seminario ho preso appunti solo nel momento del racconto della storia di Didier, che mi ha attratto rispetto alle altre parti che a parer mio sono risultate un po noiose.


BeAware of social media: un lavoro interdisciplinare sui rischi dell'utilizzo inappropriato dei social media.

Introduzione "Beaware of Social Media" è una campagna Sociale, per conto della Commissione Europea. Questa campagna si concentra s...